337 Comuni, situati in particolare nelle Alpi, presentano una quota di abitazioni secondarie di oltre il 20 per cento. Sul loro territorio comunale non possono più essere costruite nuove abitazioni secondarie. È quanto risulta dall’analisi degli inventari comunali delle abitazioni effettuata dall’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE). I Comuni che si sono aggiunti rispetto all’ultimo calcolo, risalente a novembre 2024 (334), sono pochissimi.

I Comuni che per la prima volta sottostanno alla legge sulle abitazioni secondarie (LASec) sono sette. Sul loro territorio possono essere costruite nuove abitazioni secondarie soltanto in casi eccezionali, ad esempio se sono sfruttate a scopi turistici. Si tratta dei Comuni seguenti:

Reichenbach im Kandertal (BE)
Basse-Allaine (JU)
Heiligenschwendi (BE)
Langenbruck (BL)
Mauraz (VD)
Rebévelier (BE)
Scharans (GR)

I nuovi Comuni con più del 20 per cento di abitazioni secondarie si trovano in una fase di procedura d’esame durante la quale hanno la possibilità di aggiornare i dati del proprio inventario. Quattro Comuni sono passati al di sotto della soglia del 20 per cento:

Monteceneri (TI)
Göschenen (UR)
Seehof (BE)
Tschiertschen-Praden (GR), ora facente parte di Coira (GR)

Anche questi Comuni si trovano in una fase di procedura d’esame, ad eccezione di Tschiertschen-Praden, che si è aggregato con Coira.

Con la LASec, il Parlamento ha così attuato l’iniziativa accolta dal Popolo nel marzo del 2012. Le abitazioni che prima dell’accettazione dell’iniziativa esistevano già o disponevano già di un’autorizzazione edilizia possono essere liberamente trasformate: ciò significa che è possibile dare in affitto o vendere un’abitazione primaria come abitazione secondaria. Alcuni Comuni promuovono le abitazioni primarie per gli abitanti e i lavoratori del posto. L’ARE presenta alcuni esempi (v. Links).

Solo pochi Comuni presentano per la prima volta una quota di abitazioni secondarie superiore al 20 per cento